DIARIO LADAKH KASHMIR E NEPAL 2013

 

Venerdì 6 e sabato 7 settembre

 

Finalmente è arrivato il giorno della partenza! Dopo 4 lunghi anni torniamo nella meravigliosa India anche

se andremo alla scoperta di alcune delle sue regioni più remote: il Ladakh e il Kashmir. Partenza da Venezia

con volo Quatar con scalo a Doha, e alle 8 del mattino siamo già a Delhi e Prem ad attenderci all'aeroporto.

Dopo un salto in hotel per una rinfrescata siamo pronti a partire. In questi anni la città è cambiata molto:

nuove strade e ferrovie, la deportazione di tutti gli animali liberi (comprese le scimmie e le mucche)

e una città molto più curata. Prima tappa nella Old Delhi per la visita della moschea e il giro in rishaw

per il bazzar, per poi spostarci nella parte sud della città ancora per noi sconosciuta. Visita alla tomba di

Humayun, il secondo imperatore della dinastia Moghul, un monumento veramente interessante perché a

tutti gli effetti precursone del più famoso Taj Mahal. Poi una sorpresa inaspettata: il favoloso complesso

Qutb Minar o Colonna della Vittoria in stile afghano che conserva una fascino particolare e ci ha riportato

per una attimo ai fasti della Via della Seta perché assomiglia ai monumenti uzbeki. Alla sera siamo stati

invitati a cena nella bellissima nuova sede della Shambhoo dove abbiamo trascorso la serata con Manish.

 

Domenica 8 e lunedì 9 settembre

 

Al mattino volo Go Air destinazione Leh: la tratta di per se è molto intensa perché sorvola l'Himalaya

e atterra dopo una difficile manovra nella stretta valle dell'Indo. Un sole abbagliante e un pilota

particolarmente loquace hanno condito il tutto con un'emozione in più. Atterrati alle 10 ci siamo concessi

un paio di ore di riposo per facilitare il nostro fisico alle alte quote (siamo a 3500 metri).. verso le 3

siamo usciti per la prima ricognizione! La città è piccola ma molto carina: sormontata dal palazzo reale

in stile Potala e da cieli mozzafiato. Alle 6 piccolo breefing con il corrispondente e la guida e poi cena in

un ristorantino in centro a base di riso e noodle con montone e una gustosa zuppetta. Il mattino dopo

partiamo alla scoperta dei monasteri della valle. Prima tappa: il favoloso monastero di Thiksey con le sue

fumose sale di preghiera e una statua alta 14 metri del Buddha Maitreya ( il Buddha del futuro). Sulla via

del ritorno abbiamo scalato il royal palace a Shey da cui si gode una vista fenomenale sulla valle dell'Indo.

Ritornati in città ci siamo diretti immediatamente al Leh Palace, appena restaurato, al cui interno è stata

allestita una mostra fotografica. Pranzo in un ristorante turistico dove ci hanno pelato (ben 9 euro) e poi

la visita più emozionante della giornata lo Namgyal Tsemo Gompa forse l'immagine simbolo del Ladakh

con le sue migliaia di bandiere multicolori che sventolano su un panorama unico sulla città. Dopo circa 300

foto, siamo scesi per una bella strada fino al Sankar Gompa purtroppo chiuso. Peccato perché dall'esterno

sembrava molto bello! Ultima tappa della giornata il Shanti Stupa. Il monumento di per se non ha nulla di

particolare, ma ha un panorama sulle montagne circostanti unico. Siamo infine scesi fino al centro dove

ci siamo concessi un'ultima passeggiata tra la gente e i negozi prima di cenare nello stesso ristorante di

ieri ormai ribattezzato "il lurido" perfetto per noi. Durante il ritorno in albergo tutti i negozianti della via ci

hanno salutato con calore.

 

Martedì 10 e mercoledì 11 settembre

 

Questa mattina lasciamo Leh. Destinazione Pangong Lake. Prima però una fermata al monastero di Stakna

o naso della tigre che sorge su una collina in mezzo al fiume Indo. Abbiamo proseguito poi per l'Hemis

Gompa il monastero più grande del Laddak incastonato in una suggestiva vallata a più di 4000 metri. La

salita al tempio è stata dura per via dell'altitudine, ma ne valeva la pena! Siamo stati così fortunati da

visitarlo nel giorno della festa del lama: numerose ghirlande di fiori ornavano il cortile principale gremito da

numerosi fedeli accorsi dalle vallate circostanti, ed era in corso la puja del mattino con i tipici canti tibetani.

Abbiamo avuto anche l’onore di intravedere il Lama (il più eminente della valle). Dopo la visita delle stanze

di preghiera e del museo abbiamo cominciato a salire. La valle che precede il passo Chang La (5289 m) è

molto verde ed era in corso il raccolto del grano, ma la vera meraviglia è arrivata dopo con una vertiginosa

discesa verso il lago con sfondo la catena del Karakorum. Giunti sulle sponde una miriade di sfumature di

azzurro ci ha accolto, il tutto incorniciato da splendide vette e ghiacciai. Il nostro campo tendato era molto

spartano ma ci hanno trattato perchè eravamo gli unici ospiti. .. ma che freddo! La mattina dopo sveglia all'

alba perché ci attendono ben 2 passi oltre i 5000. Come da previsione alle 11 eravamo nuovamente a Leh

e dopo un pranzo leggero, abbiamo scalato il Khardum La (il passo carrozzabile più alto del mondo) 5602

metri. Dopo 2 ore di salita per una strada molto impegnativa la cima ci ha accolto con un bel sole e una

visuale incredibile. Poi abbiamo proseguito la discesa verso la Numbra Valley dove a Diskit abbiamo preso

possesso della nostra tenda dopo 10 ore di viaggio e tante emozioni. Cena vegetariana al campo e foto alle

stelle! Siamo comunque a 3200 metri.

 

Giovedì 12 e venerdì 13 settembre.

 

Sveglia di nuovo all' alba! Alle 7 siamo già al Diskit Gompa per la visita al monastero con annessa preghiera

mattutina dei monaci. Colazione veloce al camping e poi 4 ore di strada mozzafiato per percorrere tutta la

Numbra Valley e arrivare a Turtuk, un paese che si potrebbe definire ai confini del mondo. In realtà solo ai

confini dell' India dal momento che è incuneato tra Cina e Pakistan. Il paese non ha attrattive particolari,

ma è molto carino con le sue case e i canaletti di acqua purissima. Gli abitanti sono mussulmani e fino al

1971 facevano parte del Pakistan. Sulla via del ritorno ci siamo fermati alle dune di sabbia per l'incontro con

i cammelli bactriani veramente carino peccato che il tempo sia rapidamente peggiorato. Cena tranquilla

al campo. Questa mattina ci attende di nuovo la scalata al Khardum La. Per fortuna c'è il sole. Nel tempo

record di 4 ore siamo di nuovo a Leh. Ormai la conosciamo come le nostre tasche! Pranzo a base di pane

dal solito fornaio.... favoloso! Nel primo pomeriggio imbocchiamo finalmente la strada per Kargil. Su mia

richiesta tappa fuori programma a Basgo, l'antica capitale del Ladakh. Il posto è stato dichiarato patrimonio

dell'umanità dall'UNESCO ma è tuttora poco frequentato dai turisti e un po’ fatiscente. Peccato perché io

ho trovato affascinante sia le sale di preghiera finemente affrescate sia quello che rimane del forte. Alle 4

siamo infine arrivati ad Alchi. L'Hotel è spartano ma confortevole. Soprattutto è in centro al paese e siamo

potuti scendere al monastero più antico del Ladakh a strapiombo sul fiume Indo a piedi. Le varie sale di

preghiera risalgono all'undicesimo secolo e sono veramente particolari. Favolosa cena in hotel e riposo

anche domani mattina alzataccia.

 

Sabato 14 e domenica 15 Settembre

 

Sveglia ancora prestissimo. Anche oggi ci attende un sacco di strada. Alle 7 e 30 siamo al monastero

di Lamayuru. Anche questo è stato fondato nel X secolo e ha favolosi affreschi. Sulla strada per Kargil

tappa a casa di Stazin per un the al burro preparato dalla sua bellissima moglie e dalla figlioletta. Tappa

fuori programma anche al Chambra Gompa di Mulbekh che conserva una bellissima statua scavata nella

montagna da un artista afgano nel 700 dc. A mezzogiorno l'arrivo a Kargil e cambio macchina. Ci dispiace

tanto abbandonare il nostro caro Stazin. All'una imbocchiamo la verde e fertile Suru Valley. Si vede che

questa parte è mussulmana. La strada è molto accidentata ma ci fermiamo a fotografare il Nun e il Kun,

due vette oltre i 7000, baciate da un bel sole. Dopo aver sorpassato il ghiacciaio Partachik che si butta

nel fiume Suru e 5 ore di buche e scossoni arriviamo finalmente a Rangdum, dove ci attende un campo

tendato ai piedi del Gompa. Dopo alcune foto al monastero al tramonto e agli yak in partenza, ceniamo

al campo con un freddo cane! La mattina dopo ci alziamo con la neve. La notte è stata particolarmente

difficile, per via dell'asse di legno su cui abbiamo dormito al freddo. Mustafa è in camicia e infradito, così

decido di regalargli un pile. Alle 7 siamo già sulla strada per Padum dove arriviamo dopo 4 ore e mezza

di buche e polvere. Dopo un'ora valichiamo l'ennesimo passo il Pensi La e avvistiamo il ghiacciaio Drang

Drung. Siamo finalmente nella Zanskar Valley e il paesaggio è meraviglioso. Attraversiamo numerosi villaggi

caratteristici intervallati da pascoli di dzo e yak, il tutto incorniciato da monti indimenticabili. All'arrivo

a Padum andiamo subito in hotel. Scopriamo con disappunto che Mustafa non ha alcuna intenzione di

lavorare oggi pomeriggio così ci accontentiamo di una passeggiata in paese e tanto riposo. Domenica ci

attende il faticoso viaggio di ritorno verso Kargil. Ottima cena in hotel a base di momo.

 

Lunedì 16 e martedì 17 settembre

 

All' alba ricomincia la lenta discesa verso Kargil. Il tempo non è dei migliori ma pazienza siamo già stati

fortunati all'andata. Anche stanotte è nevicato e il paesaggio è completamente cambiato. Dopo meno di 4

ore siamo di nuovo a Rangdum. Ma a metà della Suru Valley la prima sorpresa: foriamo la gomma

posteriore sinistra. La ruota di scorta è fuori uso....non ci rimane che attendere che passi qualcuno! Dopo

poco arriva una Xylo uguale alla nostra con alcuni francesi e un monaco nel baule. Gentilmente ci

forniscono la loro ruota di scorta. Ripartiamo e dopo nemmeno mezz'ora buchiamo il serbatoio! I francesi

si fermano nuovamemte ma non posso aiutarci e sono divertiti dalla situazione. Dopo quasi un'ora di

riparazioni a base di corde e sapone riusciamo a ripartire, a raggiungere il primo gommista disponibile e

infine a raggiungere Kargil. Mustafa è distrutto e anche noi. Per fortuna l'albergo è confortevole su una

collina che domina la città. Ad attenderci il nostro angelo custode di Kargil, il signore distinto che abbiamo

incontrato prima al ristorante e poi ci ha aiutato in banca. Ci riconosce e ci sorride. Cena gustosa in hotel e

ritiro presto anche domani ci attende la strada. Al mattino presto lasciamo Kargil e dopo un paio di ore

definitivamente il Ladakh. Il nuovo autista ha un'aria molto più affidabile e guida con prudenza. Ci

fermiamo a Drass ( il secondo paese più freddo al mondo) per un the kavha e un pane cashmiro. Poi

proseguiamo per il nostro ultimo passo lo Zoji La (3529m). Il sole splendente, e la strada ha dei panorami

mozzafiato anche se un po’ dissestata. Il Kashmir ci accoglie con un passaggio quasi alpino e molto bello. Il

primo paese che incontriamo, Sonamarg, farebbe tranquillamente concorrenza alle nostre località più

rinomate. Scendendo poi si incontrano ovunque risaie e alberi da frutta. ...Il Ladakh sembra appartenere ad

un altro mondo. Alle 2 siamo a Srinagar. L'Hotel è favoloso e la città caotica. .. ci sentiamo un po’ spaesati.

Su richiesta delle mamme ci buttiamo alla ricerca delle famose pashmine, che troviamo al Centro

Governativo per l'artigianato. Poi con un tuk tuk ci spostiamo sul Boulevard per una passeggiata. Al

tramonto ci facciamo tentare da un giro sul lago in shikara (le tipiche imbarcazioni). Cena in un ristorantino

tipico a base di piatti vegetariani del Punjab e del Gujarat e passeggiata esplorativa nel centro antico. Per

50 rupie un tuk tuk ci riporta in hotel dove ci guardano malissimo. Domani visita completa della città con la

guida.

 

Mercoledì 18 giovedì 19 settembre

 

Giornata tranquilla anche perché la città non ha particolari attrattive oltre al favoloso lago. Cominciamo con

la visita dei 4 giardini Moghul sul lato est del lago. Devo dire che non avevo grandi aspettative, e invece mi

sono dovuta ricredere. Questi straordinari monumenti verdi costruiti da vari imperatori mussulmani per

trascorrere le vacanze sono molto scenografici: tutti sono costituiti da 5 livelli e divisi in due parti ( una per

gli uomini e una per le donne). Ovviamente l'imperatore occupava il terrazzamento più alto. Il tutto

adornato con platani centenari, fontane e splendidi padiglioni. Qui abbiamo anche incontrato nuovamente

il gruppo di inglesi del Nun che ci hanno chiesto come ci eravamo trovati al campo.... e meno male che loro

erano imberiaghi persi. Dopo i giardini, pranzo con piatti cashmiri a base di montone in un ristorante molto

chic che poi si rivelerà il più costoso del viaggio (16 euro). Nel pomeriggio ritorno al lato ovest del lago per

la visita della città vecchia e della moschea. Il centro storico è bellissimo ma siamo stati trattati con molta

diffidenza. Alle 5 siamo saliti sulla nostra barca per raggiungere la nostra houseboat Pigeon. Da fuori sono

interessati ma quando sbarchi ti rendi conto che sono delle vere regge. Il tutto comprende anche una

domestico a tua completa disposizione h24, che prima ci ha accolto con una tazza fumante di Kavha (la

profumata bevanda cashnira che mi ha insegnato a preparare) e poi ci ha servito una cena deliziosa. Dopo

un po' di relax sulla veranda, non ci è rimasto che ritirarci nella nostra suite. La mattina dopo alle 6 il nostro

barcaiolo è venuto a prelevarci per la visita al mercato galleggiante, a base di baratto di verdure, che si

tiene tutte le mattine con acerrime contrattazioni. Al rientro colazione servita dal nostro angelo custode e

ultimi momenti di contemplazione sul lago che cambia i suoi colori e le particolari imbarcazioni di

passaggio. Il volo per Delhi Indigo è stato puntuale, ma è stato preceduto da un'interminabile serie di

controlli. .. per poi scoprire che la pista di decollo è attraversata da una strada percorsa da ogni tipo di

veicolo e che viene chiusa semplicemente con una piccola transenna. Ad attenderci troviamo Manish,

ansioso di sapere tutto sulla nostra avventura. Cena in un ristorantino molto carino suggerito dall'autista.

 

Venerdì 20 settembre

 

Con un volo Spice Jet siamo arrivati infine nel Regno degli Dei: il Nepal. In realtà il primo impatto è stato

abbastanza traumatico! Dopo un tranquillo volo da Delhi, abbiamo trascorso quasi 2 ore in fila per

ottenere il visto. Ad ogni modo l' accoglienza è stata ineccepibile e l' Hotel Tibet è carino. Dopo un panino

al volo, all'una e mezza ci siamo buttati con la nostra guida alla scoperta della città. Prima tappa il tempio

buddista di Swayambhunath o tempio delle scimmie a causa della numerosa colonia di macachi che lo

abita. La vista sull'intera valle varrebbe di per sé una visita, ma il complesso è comunque spettacolare

grazie alle lunghissime bandiere di preghiera che sventolano all'ingresso e il meraviglioso stupa bianco

e dorato che è il fulcro del sito. Il bello del Nepal è che pure essendo di religione diversa tutti gli abitanti

frequentano indistintamente tutti i luoghi di culto. A metà pomeriggio scendiamo in pieno centro per

visitare la celebre Durbar Square. Ho immaginato tante volte questa città. .. e la realtà supera di gran lunga

ogni aspettativa. Siamo saliti sulla Maju Deval il tempio dedicato a Shiva che permette di vedere dall'alto la

piazza. Poi la casa più antica del Nepal in legno ancora originale che fungeva da caravan serraglio, e infine

il palazzo reale con i suoi cortili aperti solo di recente. Le cose che ci hanno colpito di più sono state la

finezza della casa della Kumari (la dea bambina che però non si è mostrata) e il piccolo tempio di Ganesh

e le sue campanelle che non smettono mai di suonare dal gran numero di fedeli. La piazza e i suoi templi

sono davvero favolosi. Dopo una passeggiata per i vicoli circostanti molto pittoreschi con i tempietti e le

bancarelle di verdure siamo tornati in hotel dove abbiamo cenato.

 

Sabato 21 settembre

 

Ancora in giro per la Valle di Kathmandu: prima tappa della giornata Pashupatinat, l' importante tempio di

Shiva sulle sponde del fiume Bagmati. Questo fiume è un affluente del Gange e per questo molti nepalesi

decidono di farsi cremare in questo luogo. Il tempio è affollatissimo di fedeli anche indiani ma non è

visitabile dai turisti. Si può passeggiare sui ghat per vedere i vari riti del mattino e i sandu che affollano il

sito. Poco lontano ci siamo spostati a Bodhnath, il centro della comunità tibetana in esilio, dove abbiamo

circunavigato lo stupa più grande del mondo (più di 500 metri di diametro) che conserva anche le reliquie

del Buddha. Questi stupa nepalesi sono così ipnotici con i loro occhi che scrutano in ogni direzione!

Abbiamo fatto delle foto favolose dal tetto del Guru Lhakhang Gompa, e abbiamo avuto la fortuna di

assistere a una puja. Trovate nei paraggi le scarpe della Sere, ci siamo spostati a Patan dove siamo arrivati

verso la mezza. Patan era la capitale di uno dei regni della valle e, nonostante i danni subiti dal terremoto

del 1934, è molto bella da visitare. Il primo colpo d'occhio della bella Durbar Square è stato dalla terrazza

del ristorante in cui abbiamo pranzato. Poi siamo scesi per perderci tra la gente che animava la piazza

e i suoi templi. Infine siamo entrati nel palazzo reale. Finita la visita ci siamo spostati al Tempio d'Oro

(bellissimo) girovagando per le strette vie del centro storico. Ritorno in hotel verso le 4 e poi con un taxi un

salto nel quartiere di Tamel per una sbirciatina ai negozi e una cena al ristorante Yak (veramente gustosa) a

base di piatti tibetani e nepalesi.

 

Domenica 22 settembre

 

Ultimo giorno di vacanza, per non smentirci sveglia all 'alba e check out dall'hotel alle 7:30. Prima tappa

di questa giornata Nagarkort una splendida cittadina di montagna con vista sull'Himalaya. Purtroppo è

la stagione delle piogge e non siamo riusciti a vedere nulla. ....ma le risaie che abbiamo attraversato ne

valevano la pena. Subito dopo siamo scesi a Bhaktapur la terza e ultima città stato della valle. La Durbar

Square è belllina anche se raccolta, ma tutto il centro abitato è sotto il patrimonio dell'UNESCO e quindi

molto caratteristico. Siamo scesi nella piazza dei vasai dove migliaia di terracotte vengono prodotte ogni

giorno con metodi artigianali e poi lasciati asciugare al sole per giorni. Poi siamo risaliti al Tachupal Tole

dove ho scalato il tempio di Laxmi per delle stupende foto dall'alto. Pranzo in terrazza in Durbar Square e

visita al negozio di mandala. Nel primo pomeriggio siamo risaliti sulle colline fino al tempio Changu Naravan

un antichissimo tempio dedicato a Visnu. Il sito è poco frequentato e forse per questo più caratteristico.

Sulla strada che sale fino al portale i contadini mettono ad asciugare il riso appena raccolto. Ritorno in città.

Ultime ore a Tamel con la pioggia e trasferimento in aeroporto. I voli di ritorno sono stati tranquilli con un

lungo scalo di 7 ore a Doha. Unica emozione il collasso di un vecchietto appena prima della partenza. Meno

male si è ripreso e siamo riusciti ad imbarcarlo.

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