DIARIO CILENO 2011


GIOVEDI 3 FEBBRAIO E VENERDI 4 FEBBRAIO 2011

 

Mattina al lavoro per finire le ultime cose e poi alle 2 partenza da Reggio direzione Aeroporto di Bologna dove abbiamo preso il volo Air Nostrum delle 18:40. Scalo a Madrid di due ore ma tra i tempi dell’aeroporto e un panino al volo ci sono sembrati dieci minuti. Alle 00:10, in perfetto orario, siamo partiti sul volo Iberia per Santiago. L’ aereo era molto pieno ma, complice la stanchezza accumulata nelle scorse settimane, siamo riusciti a dormire quasi 6 delle 13 ore di volo.
Al nostro arrivo a Santiago la prima sorpresa: il ponte non si aggancia all’aereo, attesa di 35 minuti per lo sbarco nell’indecisione generale se farci scendere dalla scaletta dalla porta centrale o attendere i tecnici specializzati. Quattro minuti dopo il primo passo sul suolo cileno la seconda sorpresa: una coda lunghissima all’immigrazione… pazienza siamo in vacanza. In realtà queste sono stati gli unici contrattempi: il nostro autista ci aspettava appena fuori dalla porta con il cartello ben visibile, e in poco più di 30 minuti aravamo già all’Hotel Torremayor nel quartiere di Providencia, una zona carina e piena di negozi. Subito bancomat e pranzo e poi attesa per il tour che  ci ha portato alla prima scoperta della città. In realtà avremmo dovuto fare un bel giro a piedi per il centro, ma le condizioni di salute precarie di molti dei partecipanti hanno costretto la guida a optare per un programma più soft. Per prima cosa siamo saliti al Cerro de San Cristobal per la veduta dall’alto della città, poi ci siamo spostati nel centro con una piccola tappa alla Plaza de Armas e alla Catedral Metropolitana, poi in bus fino al palazzo della Moneda e il Mercato Centrale e il Bario Bellavista. Il tour si è concluso nel Bario Concha y Toro dove due simpatici ragazzi ci hanno mostrato le danze tipiche cilene ballando in mezzo alla strada. Tornati in albergo, giusto il tempo di una doccia veloce e poi fuori a cena con Hernan e la moglie nel quartiere Bellavista. Una cena deliziosa in un ristorante bohemien. Ci siamo proprio divertiti.


SABATO 5  FEBBRAIO 2011


Oggi partenza per la costa: Valparaiso e Vina del Mar. Dopo un'ora e mezza di viaggio tra vigneti e  alberi da frutto eccoci nelle più rinnomate città balneari cilene. La visita parte da dal Parque Quinta Vergara un bellissimo giardino botanico dove si tiene un importante festival musicale. Poi un giro per il centro per vedere il Casinò, il Moai del museo Fonck e la spiaggia Acapulco. Dopo il pranzo in un ristorante dentro ad un castello di origine tedesca sul mare ci siamo trasferiti nel Cerro Bellavista dove abbiamo visitato la Sebastiana (la suggestiva casa di Neruda su 5 livelli e con vista mozzafiato sulla baia) per poi scendere lungo le stradine e le case colorate fino a una delle 15 funicolari di inizio secolo che collegano il centro con i colli sovrastanti. La visita si è conclusa al porto. Malgrado il tempo un po' nebbioso dovuto alla particolare posizione rispetto alla cordigliera montuosa alle spalle delle due cittadine, ci siamo divertiti anche se molti degli edifici (vecchi e nuovi) sono stati gravemente danneggiati dal terremoto di poco meno di un'anno fa. Al ritorno in albergo eravamo troppo stanchi per uscire, e dopo i saluti a Franzisca (la nostra amica brasiliana che ci ha accompagnato in questi giorni) siamo andati subito a dormire... il fuso orario ancora si fa sentire.


DOMENICA 6 FEBBRAIO  E LUNEDI 7 FEBBRAIO 2011

 

Partenza all'alba per il Deserto di Atacama.  Il nostro autista ci ha prelevato come previsto alle 6:45 direzione aeroporto. Il nostro aereo è partito con qualche minuto di ritardo ma alle 10:30 eravamo già a Calama, e il nostro autista pronto in attesa. Ancora un'ora in autobus e siamo a San Pedro de Atacama un bellissimo pueblo da dove partiremo per le nostre escursioni. Prima tappa  già nel pomeriggio con la visita alla Valle della Muerte e alla Valle della Luna. Putroppo il meteo non ci assiste molto e invece di un bel sole sfolgorante, ci troviamo uno stratonuvoloso che non ci permette di consente di godere a pieno dei colori del deserto. Tutto sommato riusciamo a fare tutto il nostro giro e ad addentrarci in una caverna molto avventurosa. Concludiamo la giornata guardando il tramonto sull'altissima duna. Visto che sarà quasi impossibile fare la gita al Gayser del Tatio a causa delle forti piogge dei giorni scorsi, decidiamo di contrattare la gita di domani sostituendola con le lagune altiplanique. Per cena decidiamo di infilarci in uno dei pittoreschi ristorantini con camino del centro di San Pedro e non sbagliamo. Su indicazione dei due signori italiani che vivono a Rio de Janeiro che hanno condiviso con noi la gita di oggi, decidiamo di non mangiare la carne ( a malincuore visti gli splendidi piatti che portano ai nostri vicini...). All'uscita il paese pullula di gente un po' freak ma è molto caratteristico. Lunedì siamo tutti eccitati per la gita oltre i 4000 e ci alziamo prestissimo. Siamo partiti dall'albergo con un bus un po' scalcinato, ma gli amici italiani sono con noi e siamo pronti per l'avventura. La guida ci dice subito che anticiperemo alla mattina la visita delle lagune per via del rischio di pioggia, e noi accettiamo di buon grado, ma dopo circa un'ora e mezzo di viaggio tra scenari spettacolari (anche se i vulcani non si vedevano causa nubi), e poco dopo il paese di Socaire, la strada è troppo brutta per salire e siamo costretti a ritornare sui nostri passi e a rinuciare anche al caratteristico ristorante dove avremmo dovuto mangiare. Peccato! Non rimane che visitare la lunare laguna Chaxa con i suoi fenicotteri rosa e il pueblo di Tocanao (tra l'altro gravemente danneggiato dall'alluvione di giovedì scorso). La guida ci comunica definitivamente che la gita al Tatio di domani è stata annullata. Non ci rimane che mangiare (male!) in uno spartano ristorante di San Pedro e ritornare con la coda tra le gambe in albergo accolti da altre due gocce d'acqua tanto per cambiare. Per consolarci ci siamo concessi una cena squisita al nostro locale preferito La Estaka dove abbiamo incontrato anche Franzisca che, più fortunata di noi, è riuscita ad arrivare alle lagune. Alla fine però non ha visto nulla causa nebbia.

 

MARTEDI 8 FEBBRAIO 2011

 

Giornata dedicata alle visite archeologiche dal momento che è saltata la visita al Gayser. Alle 9 siamo partiti con Alexandra e siamo stati prima a Aldea de Tulor per visitare il più antico villaggio della regione in piena Reservas de Los Flamencos, poi abbiamo proseguito per Pukara del Quitor dove abbiamo scalato le rovine di una fortezza di epoca incaica a strapiombo sul Rio Don Pedro.
Avrebbe dovuto esserci una vista spettacolare sulle Ande, ma le nuvole continuano a tormentarci. Alla mezza, dopo una piccola tappa in albergo per liberare la camera, ci siamo concessi l'ultima passeggiata per San Pedro dove abbiamo pranzato con due buonissime embanadas con queso. Alle 13:30 siamo stati prelevati per il trasporto verso Calama. Prima di andare in aeroporto però, il nord del Cile ci ha concesso le sue ultime perle nella valle del Loa (uno spettacolare canyon), dove abbiamo visitato il Pukara de Lasana e i suoi petroglifi, la chiesa di San Francisco a Chiu Chiu e la stupenda laguna Inca Coya dove la leggenda vuole che una principessa atacamegna si sia suicidata con il figlio perchè abbandonata dal principe Inca Tupac Yupanaqui tornato nel suo paese natio. Un'ultimo sguardo da lontano alla miniera Chuquicamata (la più grande miniera di rame del Cile) e poi via in aeroporto in largo anticipo sul volo delle 20:20 per Santiago dove dormiremo in un albergo vicino all'aeroporto per poi partire domani per la Punta Arenas in Patagonia.

 

MERCOLEDI 9 FEBBARIO 2011

 

Giornata senza sosta... il Calama-Santiago delle 20:20, dopo più di un'ora di attesa, è stato annullato per problemi tecnici. Ci siamo precipitati al banco del check in per farci cambiare il volo, e siamo riusciti salire sul successivo delle 22:50. Arrivati a Santiago alle 2 del mattino e per giunta senza valige perchè sono rimaste a Calama. Dopo una lunga coda per la denuncia all'ufficio smarrimento bagliagli, ed esserci prodigati per gli altri viaggiatori in difficoltà, siamo usciti dall'aeroporto, ma com'era prevedibile, il  nostro trasporto all'hotel non c'era. Siamo comunque riusciti a farci trasportare a spese della Lan, ma siamo arrivati in hotel alle 3 e il volo successivo partiva alle 9 (con prelevamento in hotel alle 7). In tutto circa 2 ore di sonno. Arrivati in aeroporto alle 7 e 15 non avevamo neanche le valige per il check in, quindi abbiamo deciso di cercare alcuni generi di prima necessità (gli spazzolini da denti..) e di rintracciare i nostri bagagli. Malgrado le raccomandazioni della notte precedente, con nostro disappunto, ci è stato comunicato che sarebbero arrivate a Santiago non prima delle 10, per cui non avremmo potuto ritirarle direttamente a Punta Arenas, ma sarebero andate direttamente all'hotel a Puertos Natales. Viaggiando molto leggeri, abbiamo affrontato senza problemi le 3 ore di volo verso la Patagonia cilena. Il tempo era stupendo, completamente senza nubi, e il pilota si è prodigato anche come guida turistica indicandoci cosa guardare. Con anticipo di crca 10 minuti siamo atterrati a Punta Arenas. Intrattenedo con la nostra storia avventurosa i due vecchietti in transfer con noi, siamo arrivati in centro alla città dove abbiamo visitato tutti i punti di interesse (compreso il cimitero). Alle 4, dopo aver mangiato un hamburger stile America, siamo poi partiti per la pinguineria di Seno Otaway.
La giornata era veramente stupenda e ci siamo goduti i magnifici paesaggi sconfinati che ci hanno accompagnato. La colonia di pinguini è spettacolare, e sono così buffi quando entrano ed escono dall'acqua... ci siamo proprio divertiti. Alle sette e mezza siamo rientrati in città, in tempo utile per la partenza dell'autobus per Puerto Natales dove siamo arrivati (quasi morti per la stanchezza alle 11 di sera. Com'era prevedibile, i bagagli non ci attendevano in albergo, e presi dalla disperazione, ci siamo rassegnati a dormire nuovamente con le uniche cose che avevamo...Sorpresa... alle 2:50 del mattno il corriere è arrivato, e abbiamo potuto così rientarare in possesso dei nostri averi.

 

GIOVEDI 10 FEBBRAIO 2011

 

Oggi è una tappa fondamentale del nostro viaggio: dopo tanta strada finalmente andremo a visitare il Parque National Torres del Paine. Partenza alle 7:30 dall'albergo dopo una buonissima colazione.
Prima tappa la Cueva del Milodon, una grotta carsica in cui è stata trovato lo scheletro di un enorme erbivoro preistorico simile al bradipo che viveva in queste zone. La grotta non ha formazioni geologiche particolari, ma è molto grande (circa 30 mt. di altezza) e una bella passeggiata conduce all'ingresso. Dopo una breve sosta a Cerro Castillo al confine con l'Argentina, ci siamo aventurati per una strada sterrata fino alla Laguna Amarga, un bellissimo lago salato con i relatvi fenicotteri, da cui abbiamo scattato le prime foto delle famose torri e dei guanachi circostanti. Entrati nel parco vero e proprio abbiamo costeggiato il lago Pehoe per arrivare con una suggestiva passeggiata alla cascata.  Siamo stati molto fortunati, il tempo era splendido e abbiamo potuto scattare moltissime foto da tutte le angolazioni possibili. Per pranzo ci siamo fermati in un fantastico rifugio vista lago dove abbiamo mangiato carne alla griglia (e cosa se no...). Nel pomeriggio, per aiutare la digestione, una bella escursione di un'ora al lago Grey e al relativo ghiacciaio. Purtroppo a causa del caldo eccezionale di queste settimane, nel lago c'erano pochi iceberg ma era comunque molto caratteristico con una lunga lingua di sabbia nera sedimentaria che arrivava in centro al lago. Bellissima anche la traversata sul ponte sospeso su un torrente tumultuoso. Alle 19:30, dopo dodici ore di escursione e tanti sobbalzi, siamo tornati a Puerto Natales dove abbiamo cenato in un ristorante tipico a base di pesce e zuppa magellancas.


VENERDI 11 FEBBRAIO 2011

 

Siamo ancora a Puerto Natales, oggi escursione in barca attraverso il fiordo de Ultima Esperanza (già il nome è tutto un programma!). Partenza al solito orario dall'hotel e alle 8:15 la nostra nave mollava gli ormeggi per il Parque National O' Higgins: che comprende gran parte di quello che qui chiamano Hielo Sur, cioè la parte del sud del Cile tutto frastagliato in piccole isole dove mancano persino le strade. Il tempo non era dei migliori, ma siamo riusciti comunque ad ammirare le bellezze naturalistiche che ci circondavano. La navigazione è stata di 4 ore fino al punto più estremo del fiordo e di 3 ore al ritorno. Incantati abbiamo ammirato le colonie di cormorani e i nidi del condor, per poi arrivare agli impressionanti ghiacciai Monte Balmaceda con la sua poderosa cascata (che purtroppo a causa del riscaldamento globale si è notevolmente ritirato negli ultimi 15 anni) e soprattutto il ghiacciaio Serrano dove, sfidando una pioggerella insidiosa, abbiamo percorso il sentiero nel bosco fino a raggiungere il punto dove il ghiacciaio tocca l'acqua della laguna. Un vero spettacolo. Al ritorno ci siamo fermati per pranzo all'Estancia Perales, un agriturismo sul fiordo molto caratteristico, dove ci hanno servito la gustosa zuppa magellanicas e una parillada fenomenale, che abbiamo gustato chiacchierando amabilmente con due studenti di Santiago in vacanza e un professore di inglese brasiliano. Al porto ci attendeva la macchina che, dove un breve passaggio in albergo per il ritiro dei bagagli, ci ha accompagnato alla fermata dell'autobus. Un'ultimo sguardo alla città e alle 19:30 siamo ripartiti con un lussosissimo bus di linea per Punata Arenas dove siamo arrivati in perfetto orario. L'Hotel Isla del Rey è veramente carino, peccato che ci rimarremo solo qualche ora... domani si riparte per il nord.

 

SABATO 12 E DOMENICA 13 FEBBRAIO 2011

 

Partenza per Puerto Mont con Sky Airline, con scalo in una città sconosciuta di cui non abbiamo capito il nome. Arrivo in albergo (il Solace a Puerto Varas) veramente bellissimo alle 11:30 circa... e piove... dopo tutto cosa potevamo aspettarci da una città dove piove 300 giorni l'anno... Pranzo a base di empanadas in centro e poi via... verso la scoperta delle cittadine di Puerto Varas prima e di Puerto Mont poi. La guida è stata veramente gentile e premurosa, ma pioveva così tanto che nessuno di noi ha avuto il coraggio di scendere dal bus... nemmeno quando ci ha sollecitato.. Le città non sono nulla di che.. Puerto Varas è una colonia tedesca sul un lago e sembra proprio di essere in qualche angolo della Germania. Puerto Mont è veramente insignificante e l'acqua l'ha resa anche peggiore di quanto non sia.. fatto sta che non abbiamo visto nulla a parte il pittoresco mercato del pesce dove abbiamo finalmente visto il Congrio (una sottospecie del siluro veramente impressionante). La Domenica siamo partiti per la gita ai laghi e vulcani. Non avevamo molte speranze visto le condizioni atmosferiche e i commenti della guida. Invece siamo stati veramente fortunati. Durante il tragitto verso la cascata del Petrohue siamo riusciti a vedere il vulcano Calbuco, e poi inaspettatamente, durante la visita della cascata prima e la navigazione sul Lago Todos Los Santos poi, siamo riusciti a vedere sia il vulcano Osorno sia il vulcano Puntiagudo (quasi un miracolo da queste parti). Dopo un'ora e 40 di navigazione su un bellissimo catamarano, tra paesaggi incantevoli illuminati da uno stupendo sole, siamo arrivati a Peulla (praticamente un villaggio privato) dove ci sono 2 hotel, 2 caffé e nient'altro a parte le escursioni ( a pagamenento supplementare ovviamente). Noi non avevamo voglia di spendere altri soldi, per cui ci siamo guoduti tranquillamenete il panorama e dopo pranzo siamo saliti fino alla cascata della Novia prima di tornare a piedi verso l'impbarcadero. Tornati in albergo ci siamo dedicati al check-in per il volo all'Isola di Pasqua, e poi ci siamo concessi una stupenda cena a base di carne e vino nel ristorante La Marca a metà strada tra il nostro hotel e il centro di Puerto Varas. Non sono riuscita a fare il check-in per il tato domani... speriamo che non lo lascino qui... altrimenti mi tocca partire per l'Isola di Pasqua da sola!


LUNEDI 14 FEBBRAIO 2011

 

Questa mattina siamo partiti verso le 8 per l'Isola di Chiloè. Nonostante la mancata comunicazione da parte dell'agenzia, ci siamo fatti trovare pronti alle 7:30 e un quarto d'ora più tardi eravamo già in strada con quattro simpatici spagnoli e la guida che parlava italiano. La traversata del canale che separa l'isola dalla terraferma (40 minuti di navigazione) è stata molto bella: abbiamo osservato tantissimi leoni marini che sguazzavano nell'acqua cacciando o giocando e qualche pinguino. La giornata era calda e soleggiata e siamo stati tutto il tempo sul ponte della nave in avvistamento. La prima tappa sull'ultimo territorio annesso dopo l'indipendenza del Cile, le cui cittadine portano ancora i nomi originali poichè popolato dai discendenti degli ospitali indios, è stata Chacao con il suo centro pittoresco e la sua bella chiesa. Subito dopo ci siamo trasferiti ad Ancud, dove abbiamo visitato il forte di Sant'Antonio che ha consentito di difendere l'isola, e l'interessante Museo dell'Iglesia dove sono esposte le tecniche di edificazione e i modellini in scala della numerossisime chiese in legno patrimonio dell'Unesco. Dopo una breve passeggiata per il centro attraverso il mercato contadino pieno di colori e prodotti stranissimi (come gli spicchi d'aglio grossi come un pugno e le particolari varietà di patate), ci siamo spostati nel centro dell'Isola dove abbiamo visitato la chiesa di Dalcahue per poi dirigerci verso Castro e le sue coloratissime casette su palafitte in legno. Abbiamo pranzato in un bel ristorante direttamente sul mare a base di Curanto (un piatto locale a base di cozze e carne di pollo, maiale affunicato e salsicce... un po' pesantucciolo per la verità!). Dopo pranzo visita alla feria artisanal e ritorno a Puerto Montt dove ci hanno lasciato direttamente in aeroporto con vista sul vulcano Osorno vista la bella giornata.

 

MARTEDI 15 FEBBARIO 2011

 

Che i voli abbiano problemi o che siano in perfetto orario, al Diego de Almangro rimaniamo sempre e solo pochissime ore.. Nonostante il volo per l'Isola di Pasqua sia a tutti gli effetti un volo interno, ci siamo dovuti presentare in aeroporto alle 6:30. Ciò ha significato circa 4 ore di sonno, ma ormai ci siamo abituati. Dopo un volo di 5 ore comodissimo, siamo arrivati in un vero paradiso terrestre. Ad attenderci un caldo incredibile (siamo sul tropico) e una deliziosa collana di fiori profumata. Breve sosta in hotel per il cambio d'abito e poi subito alla scoperta dell'Isola (dopo tutto abbiamo pochissimo tempo per scoprirla!). Primo giro a piedi per Hanga Roa, per un leggero spuntino, sgranchirci le gambe, e una puntatina alla graziosa caletta del porto con i primi Moai a Ahu Tautira. Poco dopo una simpatica guida ci ha prelevato in hotel per un'escursione privata. Prima sosta alla grotta Ana Kai Tangata, dove venivano costruite le canoe, poi salita al vulcano Rano Kau da dove si gode una fantastica vista di tutta l'isola. Il vulcano è ormai spento da secoli, ma il suo cratere raccoglie l'acqua piovana e, oltre ad essere bellissimo da ammirare, è anche l'unica riserva idrica dell'Isola. Abbiamo poi proseguito per il villaggio cerimoniale di Orongo. Qui venivano svolti i festeggiamenti e le gare per decreterare il nuovo uomo uccello che rimaneva in carica un'anno. La vista sugli isolotti Motu Nui, Motu Iti e Motu Kao Kao (dove si andava a raccogliere il primo uovo a circa 2 km dalla costa) è mozzafiato, ma la scogliera da cui si buttavano è incredibile. Il villaggio cerimoniale è un insieme di case fate con lamine di roccia lavica ed è ben conservato. Ci sono anche numerosissimi petroglifi che raffigurano il dio Makemake molto interessanti. Al ritorno ci siamo fatti lasciare davanti all'Hotel di Andrea e ci siamo accordati per la cena. Poi abbiamo proseguito il nostro giro a piedi per il paesino. A cena siamo stati in centro in un ristorante molto bello (e molto caro...), dove abbiamo trascorso la serata chiacchierando con Andrea che ci ha raccontato tutti i particolari del suo viaggio intorno al mondo.

 

MERCOLEDI 16 E GIOVEDI 17 FEBBRAIO 2011

 

Intero giorno dedicato alla scoperta della parte est dell'Isola, la più remota e disabitata. Prima tappa a Ahu Akahanga e i suoi moai abbattuti. Poi abbiamo proseguito per la cava dei Moai il vulcano ormai estito Rano Raraku. Nonostante il caldo cocente durante la nostra visita, è qui che si vedono i moai da cartolina che tutti conoscono. Infatti questo era il luogo dove le sculture venivano estratte dalla roccia vulcanica. Al momento della rivolta, non sono state distrutte come tutti gli altri Ahu poiché non ancora terminati, e il terreno sedimentario che li ha ricoperte le ha preservate magnificamente. Attualmente visibili ci sono 397 Moai, ma uno studio inglese afferma che ce ne sarebbero altri 100 ancora sepolti. Dopo un gustoso pic-nic a base di pollo, ci siamo diretti verso Ahu Tongariki (quindici moai di cui uno con il cappello che guardano verso la cava di origine) e alle spalle un mare incredibile. A seguire una breve tappa a Ahu Te Pito Kura dove c'erano altri moai abbattuti e infine la meravigliosa spiaggia di Anakena, degna spiaggia della Polinesia con il mare cristallino e le palme, a cui si aggiungono due Ahu uno dei quali pieno di moai con il cappello. Incredibile! Il tour con la guida è terminato abbastanza presto così, tornati ad Hanga Roa, ci siamo fatti portare da un taxi all'Ahu Akivi, l'unico complesso di Moai che guarda verso il mare e la Polinesia (luogo d'origine dei nativi). Per cena un piccolo spuntino a base di empanada (le più buone mangiate fino ad ora), per poi concludere in bellezza il nostro soggiorno sull'isola, l'etereo tramonto dietro ai Moai dell' Ahu Tahai e dell'Ahu Akapu, e passeggiata di ritorno in riva al mare al buio. Giovedì appena il tempo per gli ultimi acquisti e poi volo di rientro a Santiago dove siamo atterrati alle 6. Cena all'Huerto (ristorante vegetariano molto buono) e poi a nanna.

 

VENERDI 18  E SABATO 19 FEBBARIO 2011

 

Stamattina gita fuori porta nella valle del Maipo per visitare la cantina Undurraga, dove ci siamo lasciati tentare dall'acquisto di una bottiglia di Carmenet (un vino estinto in Europa per colpa della Filossera) ma che è sopravvisuto qui in Cile. Nel pomeriggio visita a piedi nel centro di Santiago con la metro: Mercado Central, Plaza de Armas e Palacio de la Moneda. Il sabato mattina ultimi passi al Pueblo Los Dominicos: un concentrato di tutto l'artigianato cileno in una suggestiva location, e poi all'aeroporto per il volo di ritorno. Che peccato lasciare così presto questo splendido paese!

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